Il dottore che sussurrava agli UFO

Sarhuma di Erks

Il nonno si schiarì la voce, introducendomi all’argomento: «Ti racconterò la storia di questo dottore, che ebbi la grande fortuna di conoscere. Adesso non interrompermi e vedi di restare sveglio, perché questa storia è davvero importante!» Disse mio nonno lisciandosi il grande baffo a manubrio e bevendo un sorso d’acqua con il limone. «Va bene, nonnino, d’accordo!» Risposi io impaziente. «Questo dottore, specialista di ossa, si chiamava Angelo, e per alcuni era davvero un angelo, perché con le sue meravigliose mani era riuscito a guarire persone che la scienza medica dava per spacciati. Così come tutti i miei personaggi, anche il mio amico era circondato da un alone di mistero e per di più aveva ben due lauree in medicina, una conseguita in Tibet e l’altra in Paraguay. Il suo studio nel centro di Buenos Aires era sempre affollatissimo e per essere ricevuti si doveva fare una lunga trafila.

Era così bravo da essere apprezzato da tutti, da grandi uomini di stato alle persone più umili. Quel che era straordinario è che i poveri erano curati gratuitamente, mentre i ricchi pagavano il doppio. Per questo motivo e per la sua bravura fu anche a lungo denigrato con accanimento, ma lui non se ne curava e con santa pazienza assisteva tutti nello stesso modo, compiendo così la sua missione di uomo di pace e maestro di vita. Si diceva che il suo potere misterioso, che lo accompagnava ovunque, avesse avuto origine da un episodio accadutogli una trentina d’anni prima, quand’era ancora un giovane medico fresco di laurea. Ricevette un incarico speciale da un grande Iniziato, che lo indirizzò alla ricerca di un luogo magico e sacro per i nativi di una zona montagnosa di cui si era persa l’esatta ubicazione geografica. Questo sito poteva paragonarsi al famoso Paititi od allo stesso El Dorado, che nei secoli passati fece impazzire i conquistadores spagnoli, i quali non lo trovarono mai. Si raccontava che in quel luogo si univano Cielo e Terra e che per la grande emanazione energetica i malati guarivano ed una pace indescrivibile riempiva il cuore delle persone. Così il giovane dottore viaggiò in lungo e largo per quei posti. Studiò le diverse tradizioni degli Indios e visitò tantissimi luoghi sacri ed alla fine, dopo anni di affannosa ricerca, la sua fatica fu coronata dal successo. Trovò quel che cercava e, quel che è più importante, per le esperienze trascendentali vissute laggiù, la sua vita cambiò completamente entrando dentro il mistero stesso. Ed anche la mia vita cambiò dopo che il Dottore mi portò in quel luogo sacro!» Aggiunse il nonno con soddisfazione. «Tu credi, nonno, che anche io cambierò dopo avere ascoltato la tua storia?» Domandai pieno di curiosità infantile.
«Tutto è possibile, anzi, io me lo auguro, ma ad ogni modo tu sei ancora piccino ed avrai molto tempo davanti per riuscirci!» Disse il nonno, soddisfatto dalla mia domanda. «Allora, ti dicevo… il Dottore, dopo quella grandiosa scoperta, si recava in quel posto ogni volta che poteva e lì restava in meditazione aspettando una rivelazione, e così un giorno vide che dal cielo di notte gli arrivavano strani segnali luminosi, e sembrava che rispondessero alle sue domande. Quelle luci intelligenti erano di diversa tonalità e grandezza e quando apparivano l’intera valle era riempita da un suono metallico ed intermittente e nell’aria si diffondeva una dolcissima fragranza di geranio.

Raccontò che un giorno, mentre stava seduto in meditazione,venne come rapito in Cielo, trovandosi di colpo in un luogo che non aveva nulla di terreno. Intorno c’erano persone bellissime, dalla carnagione diafana, quasi trasparente. Erano di età diverse, tutti vestiti con tuniche bianche. vide anche delle bellissime costruzioni mai viste prima, fatte di un materiale a lui sconosciuto. Tutti erano gioiosi e sorridenti, pieni di gentilezza, così per un attimo pensò di essere morto e che quel luogo era il Paradiso di cui parlano tanto le religioni. Come se qualcuno gli avesse letto nel pensiero,un signore di mezz’età che gli stava accanto gli parlò: «Non sei morto, fratello, tu sei bilocato ed ora ti trovi nella Città dimensionale di ERKS, con il tuo corpo eterico. Non aver timore, siamo stati noi a prelevarti ed accompagnarti qui. E’ da lungo tempo che ti conosciamo e seguiamo le tue ricerche, perciò abbi fede ed ascolta. Il tuo corpo fisico è rimasto dov’era ed a sua protezione abbiamo lasciato Argon, che è un grande cane bianco al servizio nostro e della Luce!»

La città di ERKS

«Questa che vedi non è proprio una Città ma piuttosto un’intera regione, ma questo non è importante. Ci troviamo nello stesso posizione della tua piccola città, ma in un’altra dimensione, tra la quarta e la quinta» e poi aggiunse: «Forse pensavi che voi della terza dimensione eravate gli unici esseri umani da queste parti, vero? Assolutamente no!»“ Disse il signore di mezza età, che poi si rivelò essere una specie di guida che lo avrebbe seguito durante tutta la sua permanenza in quel regno. E continuò a spiegargli: «Nel mondo esistono tanti posti come questo e le persone che ci vivono si contano a milioni. In quanto alle dimensioni, è tutta una questione di frequenze vibrazionali ed ogni mondo ha la sua. La vostra è una delle più lente e per potere accedere alle nostre dovete, con particolari accorgimenti, elevarvi ad un livello più alto. Nel caso particolare c’è stato un nostro intervento sul campo eterico che è di frequenza variabile ed in determinate occasioni può accedere ad altri piani di coscienza. Così ci si può vedere, parlare e convivere per alcune ore, ma senza riportare un ricordo concreto nello stato di veglia. Il nostro intervento, invece, farà che il vostro ricordo sia registrato e riportato integro al vostro mondo!» «Se ho ben capito – disse il Dottore – queste frequenze sono come quelle di una radio, ogni trasmittente si trova in un grado particolare e per sintonizzarsi bisogna muoversi nella frequenza giusta, mentre gli abitanti della terra sono bloccati nell’unica frequenza da loro conosciuta!» «Sì – rispose la guida – più o meno è così! Ci sono tanti altri mondi compenetranti il vostro da non averne l’idea, i vostri occhi non li vedono ma non per questo non esistono. In ognuna di queste città dimensionali, al centro, si trova un’alta torre ed in cima ad esse è collocato un cristallo prezioso con il colore della Gerarchia corrispondente. Essi irradiano una luminosità emettendo un ultrasuono vibrazionale, che più o meno è come un vostro radio faro. In questo modo i viaggiatori possono seguire quelle note nelle quali hanno sintonizzato il proprio cristallografo direzionale ripercorrendo qualsiasi via galattica nell’Universo!» «Vedi… – continuò la guida – più la dimensione è sottile più la velocità aumenta, in quanto la massa si riduce fino al nulla, così niente massa niente spazio e se lo spazio è zero tutto si riduce ad un punto: è il tutto che contiene tutto!» Il nostro caro Dottore era sbalordito da tutte quelle informazioni che gli stavano comunicando. Gli spiegarono anche come funzionano i tre specchi, nei quali loro possono controllare ogni cosa in qualsiasi luogo dell’Universo. Gli parlarono del Tempio della Sfera, dei mezzi di trasporto, del materiale delle costruzioni, dell’operatività e dei lavori che fanno quotidianamente, e si rese conto che senza questo nessuno esisterebbe nella terza dimensione, che tutti sono complementari di tutti e che tutto è Giusto e Perfetto! Allora il Dottore, incuriosito, domandò alla sua guida: «Perché mi raccontate tutte queste cose, qual è il vostro scopo?» «Sì – gli fu risposto – c’è uno scopo ben preciso, ma vi sarà svelato dopo l’iniziazione, anche perché avete certe informazioni nei vostri cromosomi, che si attiveranno dopo il rito di collegamento al nostro Ordine Spirituale, e così conoscerete tutto il resto, anche i ricordi di vite passate le cui memorie sono nel Ba e nel Ka. Dal quel momento, entrerà a far parte dei Rimanenti Cosmici del Regno Eterico di Erks!» Il nonno si interruppe per un istante, sorseggiò un po’ d’acqua col limone, ed io gli chiesi: «Nonno, cosa sono il Ba ed il Ka, me lo puoi spiegare?» «Certo,sono i nomi che nell’Antico Egitto venivano dati all’anima ed allo spirito dell’Uomo!» «Grazie, nonnino, ricorda che sono un bambino ed a volte ho difficoltà a seguirti!» «Va bene…me lo ricorderò, cercherò di essere il più possibile lineare nell’uso di certi termini… quando ci sarà qualcosa che non capirai basta che tu chieda!» «Posso davvero?» «Sì, figliolo!»

L’ordine dell’Ametista. L’iniziazione.

«Il Dottore mi fece partecipe di quell’esperienza, raccontandomi i particolari della sua iniziazione!» Disse il nonno, lisciandosi il grande baffo a manubrio e continuò. «Prima di tutto gli fecero indossare una veste bianca, sopra una rossa e sopra ancora quella nera. Dopo la vestizione la guida gli disse: Ora sarai introdotto nel Tempio della Sfera. Io, assieme ad una sorella, ti faremo da padrini esperti e ti accompagneremo in ogni viaggio. Non aver timore e rilassati…sei in buone mani! Il Dottore mi raccontò che gridò quel nome con tutta la forza di cui disponeva e che quel suono provocò una specie di terremoto con tuoni e lampi, e che subito dopo il grande portone metallico si aprì con grande fragore. Lui rimase di stucco, ma i suoi padrini gioiosi lo rassicurarono: Non ci sono dubbi, siete l’eletto…. Che la Luce sia lodata! Così fu portato davanti al grande portale del Tempio della Sfera e prima di entrare vide un anziano signore con un grande libro in mano ed un giovane accanto, che portava in un vassoio d’oro un calamaio ed una grande piuma d’oca. Avvicinandosi gli sussurrò all’orecchio: Ora ti dirò il tuo vero nome cosmico, dopo lo griderai tre volte davanti alla porta chiusa e se questa si aprirà allora sarai iscritto nel Libro della Vita ed avrai il diritto di entrare, altrimenti sarà per un’altra volta. Il tuo vero nome è: SARHUMA! Adesso gridalo per tre volte! Allora, l’anziano signore aprì il grande libro che teneva in mano – continuò il Dottore – e mi disse di prendere la penna e scriverci sopra il mio nuovo nome. Così feci, e poi mi disse che ero pronto per essere introdotto nel Tempio della Sfera. Una vampata di profumo d’incenso ci avvolse tutti e tre che entrammo camminando piano, la donna alla mia destra e l’uomo alla mia sinistra, entrambi tenendomi le braccia. Dentro regnava il buio più fitto, ma riuscivo a sentire la sacralità del luogo e la presenza di tante persone che avevano lo sguardo rivolto verso di me. Sentivo con la mia pelle e con i miei sensi, sentivo la sicurezza che mi trasmettevano le mie guide e mi tranquillizzai completamente. Ci fermammo ed una voce rivolta a me mi chiamò: Profano! Vi trovate nel buio più fitto e tenebroso e solo una minuta lucerna illumina la vostra vita. Con questa iniziazione vi toglieremo da questa oscurità, nella quale siete immerso completamente, che altro non è che l’ignoranza e la non conoscenza di voi stesso! Ed un’altra voce aggiunse: Che il Cielo illumini il nostro lavoro! E tutta la volta del tempio si tramutò nella Volta celeste reale, e mi sentii immerso nel Cosmo come una piccolissima stella che si appresta a diventare un Sole. Vidi la Via Lattea attraversare in diagonale tutto il Cielo, ed una senzazione di meraviglia fece sì che la mia anima si sciogliesse e le lacrime ai miei occhi testimoniarono l’essenza del mio sentimento più autentico. Allora la prima voce ruppe quel silenzio ordinando nuovamente ai miei padrini: Fratelli esperti, accompagnate il profano nel secondo viaggio, attorno la Volta Celeste! >E lentamente ci mettemmo in cammino, mentre nello stesso istante cominciò un rumore infernale e davanti a me sentivo nel buio ostacoli che dovevo superare senza inciampare e cadere. Sembrava che tutto volesse congiurare in quel momento per rendere impossibile il mio percorso. E per ben tre volte andai da un capo all’altro dell’Universo, fermandoci da dove eravamo partiti. Un po’ mi ero abituato a quella oscurità, anche perché vennero accesi tre candelabri con una sola candela per ognuno al centro, collocati a triangolo attorno a qualcosa che non distinguevo bene. Ed un grande occhio dentro in triangolo si illuminò davanti a noi, e sotto vidi un trono dove seduto regalmente stava un anziano vestito con una tunica bianca, capelli e barba color argento con in mano uno scettro. Erano ventiquattro, e dietro di loro tanta gente, come se fossero degli spettatori della cerimonia. Tutt’intorno, seduti, c’erano altri anziani che portavano un pugnale d’oro alla cintola. La voce del grande vecchio tuonò nuovamente: il rumore e gli ostacoli che avete superato sono i problemi della vita che la Luce che si farà in Voi vi aiuterà ad individuare e superare! vidi una bellissima donna che mi si avvicinò, accompagnata da due giovani diaconi, uno dei quali portava in mano una piccola bottiglia di vetro con un liquido trasparente mentre l’altro teneva un asciugamano. Allora la donna prese la bottiglia, e ne versò il liquido sul mio capo, prese la tovaglia e mi asciugò il viso. Dopo si allontanarono. Una terza voce disse: Siete stato purificato dall’acqua! Il secondo viaggio è compiuto. Toglietegli la prima tunica, l’opera al nero è stata superata! Così, mi fu tolta la tunica del caos e restai con quella rossa. Il primo anziano parlò di nuovo: Adesso vi trovate immerso nelle vostre più profonde emozioni, simbolizzate analogicamente dal vostro sangue, sede e veicolo della vostra anima, la quale è portatrice del vostro codice genetico, unica mappatura dell’evoluzione spirituale dell’Essere. Anche questo elemento così vitale dovrà essere purificato e sublimato con la operatività costante della vostra volontà. Applicata con questo fine i metalli grezzi che si trovano in essa si tramuteranno in Oro puro! Fratelli esperti, fate compiere al Profano il terzo viaggio, ossia i cinque giri della Volta Celeste! Così iniziai a girare e questa volta non ci furono ostacoli, sentii soltanto come il tintinnio di una campanella e niente più. Quando ci fermammo, i miei accompagnatori mi bendarono con un panno nero ed una voce disse: Adesso dovrete superare la prova dell’Aria! E così dicendo, mi indicarono una scala che dovevo salire da solo fino in cima. Iniziai ad occhi chiusi la salita e più in alto salivo più il vento soffiava più forte.

SCALA DI GIACOBBE

Avevo contato duecentocinquanta scalini, equivalenti ad un edificio di quindici piani e cominciai a preoccuparmi, anche perché il vento era fortissimo. Forse ero arrivato in cima alla Sfera, perché sentii la prima voce ordinarmi: Fermatevi, siete arrivato! Ed un potentissimo getto d’aria mi avvolse fino a farmi tremare ed ebbi paura di precipitare da quell’altezza. Adesso iniziate a scendere! Non c’era modo di potersi aggrappare e tremai di paura. Allora cominciai a contare gli scalini: uno, due, tre, quattro, cinque… e di colpo due mani mi afferrarono dicendomi che ero arrivato. Ma com’era possibile? Solo allora mi resi conto che ero stato su una scala mobile che girava e che in realtà non mi ero alzato più di mezzo metro da terra, ed un sorriso mi illuminò il volto. >Molto bene, anche la prova dell’aria è stata superata, e così come avete affrontato e superato questa situazione lo spirito dell’Aria con il distacco vi permetterà di affrontare e superare le emozioni che vi tengono prigioniero! Toglietegli la tunica rossa, il Profano ha superato la fase di Candidato e quella di Amatore, ora dovrà affrontare il Fuoco e superandolo sarà considerato un Artista, con tutte le prerogative del grado! Ed ancora mi fecero percorrere il Cosmo per ben sette volte, senza nessun suono, né ostacoli e quando ci fermammo l’Anziano parlò nuovamente: La vostra volontà vi ha guidato fino a noi. Con la forza ed il discernimento avete percorso simbolicamente il Cosmo per ben quindici volte, bruciando le diverse tappe della vita. Ora, per l’ultima volta sarete sottoposto alla Prova del Fuoco, che è la più ardua da superare! Sempre con la benda agli occhi fui accompagnato davanti ad una porta, almeno così mi dissero, e lasciandomi solo mi spinsero dentro ad una fornace, dove il calore era davvero insopportabile. Credevo di morire bruciato, quando due mani mi presero e mi tirarono fuori. Sono salvo, pensai tra di me…e la voce dell’anziano intervenne ancora: Avete superato l’ultima prova senza tremare, ora siete pronto per essere iniziato, ma ricordate che dovrete scendere dentro voi stesso quanto sarà necessario fino ad incontrare la pietra, che vi aiuterà a trasmutarvi, sublimando e preparando la vostra terra per poi seminarvi quel seme che crescendo porterà nei vostri cuori la Luce!

Adesso, prima di iniziarvi, mi presento. Il mio nome è AMUNA-KUR, Sacerdote dell’Altissimo, conosciuto come l’Anziano dei Giorni, e voi siete stato convocato per portare avanti una missione di Pace ed Amore! Dopo un tempo che mi sembrò un’eternità mi disse: Adesso avvicinatevi! Ed in quell’attimo persi completamente la memoria e l’unica cosa che ricordo fu un’immensa sensazione di felicità. E così dicendo, mi indicarono una scala che dovevo salire da solo fino in cima. Iniziai ad occhi chiusi la salita e più in alto salivo più il vento soffiava più forte. Quando rinvenni, ero seduto nel solito posto indossando una tunica bianca, ed accanto a me c’erano la nera e la rossa perfettamente piegate, ed il grosso cane bianco Argon, che vigilava e che da quel momento mi accompagnò sempre nei miei riti notturni!»

Una missione di pace e di amore

«Il Dottore – continuò il nonno – mi confidò che dopo l’accaduto non era più quello di prima. Che la sua mente percepiva delle informazioni sbalorditive e che tutti i suoi dubbi erano spariti come per incanto. Raccontano, infatti, quelli che lo videro dopo quell’esperienza che la sua persona sembrava avvolta dentro un uovo di luce evanescente, com’era capitato a Mosè quando era sceso dalla Montagna, quando la luce che emanava il suo volto era così forte che non era possibile guardarlo. Ed io – aggiunse il nonno – fui uno di quei fortunati che ebbe il piacere di conoscerlo. Partii dall’Europa verso l’America del Sud, e a Buenos Aires, in Argentina, lo conobbi. Fu un mio amico giornalista di nome Ramon a darmi le giuste indicazioni per incontrarlo e quel giorno fatidico fummo in due a conoscerlo nel suo studio medico. Cominciò a comprendere ed a parlare una stranissima lingua chiamata IRDIN, un linguaggio cosmico primordiale. E fu proprio in quell’idioma che egli ricevette ed elaborò una serie di invocazioni mantriche per richiamare e stabilire un contatto con le dimensioni dei Fratelli della Luce e della propria Gerarchia Spirituale. All’inizio fu quasi una “stella” a guidarmi, proprio come i Re Magi, che dopo si trasformò in idee dentro la mia testa e da quel momento non mi diedi più pace fino all’incontro finale con lui. E fu sempre lui ad introdurmi nel tema, perché ci invitò a recarci a Cordoba, una provincia argentina, per incontrare i Fratelli della sua Gerarchia. Tre giorni dopo quel primo incontro partimmo in tre, io con Ramon ed un altro giornalista di nome Raul. Il Dottore, insieme ad altre persone provenienti dai luoghi più svariati, ci attendeva per portarci ad un incontro Cosmico sulle montagne di quel posto magico e sacro. Partimmo tutti insieme, arrivando al sito nella oscurità di una notte senza luna. Alcuni di noi, su indicazione del Dottore, scesero dalle macchine e si presero per mano mentre lui iniziò ad intonare delle frasi in quella lingua che solo lui capiva. Certamente c’erano altri esseri che la comprendevano, perché di lì a poco comparvero delle luci che intelligentemente rispondevano alle sue litanìe. Il Dottore le conosceva per nome, secondo l’intensità ed il colore, e riconosceva pure dai movimenti il messaggio diretto a noi. Contemporaneamente il luogo si riempì di un profumo intenso di geranio ed un suono intermittente e metallico riempiva la vallata come se ci fossero migliaia di cicale”. Fu il Dottore a parlare dicendo: Ci autorizzano ad avvicinarsi! Così rimontammo in macchina, avvicinandoci a quelle luci che ci attiravano come una calamita. Il Dottore cantava e cantava e più cantava più luci apparivano nel cielo. A volte sembravano molto vicine a noi, allora alzavamo le mani a mò di saluto e la loro luminosità arrivava fino a noi che increduli ed emozionati assistevamo a quella danza di UFO che, come ci accennava il Dottore, con quelle luci ci stavano trasmutando e riconoscendo come auto-convocati dei Rimanenti Cosmici Siderali. Il fatto è che – disse il nonno – anche io, i miei amici e sicuramente anche gli altri cambiammo perché dopo quell’incontro la nostra realtà diventò universale ed il mondo non fu più come prima. L’uomo non era solo, ma esistevano altre realtà da considerare!» Ed aggiunse: Evviva il Dottore! «Nonno – dissi io – vedo che gli volevi bene veramente a questo Dottore!» «Perbacco! Sì che gli volevo un gran bene, figurati che dopo fu lui a darmi un’iniziazione al suo Ordine Cosmico e mi disse che ero uno degli ultimi Sacerdoti Cosmici arrivato come auto-convocato di ERKS!» «Dici davvero, nonno ?» «Beh, per adesso è solo un racconto e niente più, ma da grande potrai recarti in quei posti e dopo giudicherai tu!» «Lo farò sicuramente, nonno, per adesso ti ringrazio perché raccontandomi queste storie mi sembra di esserne io il protagonista!» «È quello che voglio! – asserì il nonno Poi continuò – Adesso ti racconterò una storia accaduta al Dottore davanti a molti testimoni, ed uno di questi ero io. Era il giorno seguente all’apparizione delle luci nel cielo ed ancora il mistero aleggiava nell’aria ed i nostri esseri esultavano dalla felicità. L’appuntamento era fuori dall’Hotel Rama ed il Dottore arrivò puntuale. Era vestito di bianco e il suo poncho candido come un agnellino spiccava su tutto, come la sua grande macchina, anch’essa bianca. Eravamo tutti pronti con le nostre macchine per ritornare nuovamente a contattare le luci dei nostri fratelli del Cielo nella Valle degli Spiriti, chiamata così dagli indios locali. Sembrava che il Dottore non avesse nessuna fretta, perché segnalando il cielo ci disse: Vedete, quello è il Lucero (Venere), la prima stella che si accende, è la più luminosa del firmamento!

Tutti con gli occhi in su, confermarono quanto detto ed il Dottore aggiunse: Bene, dovete sapere che Venere è un pianeta artificiale! Davanti a quest’affermazione di questo genere pensammo per un attimo che il Dottore fosse uscito di senno, ma lui come rispondendo ai nostri dubbi con un sorriso accennò: Adesso ve lo dimostrerò! Alzò le braccia al cielo e cominciò ad intonare una litanìa in quella strana lingua Imparata dai Fratelli:

ISHI RICK, ISHI RICK, ISHI RICK!

… E come per incanto Venere diventò invisibile, sparì alla nostra vista…non c’era più! Ci guardammo tutti, increduli e sorpresi, perché nessuno può fare scomparire un pianeta, ed il Dottore lo aveva fatto! Vedendoci così sconvolti ci disse: Niente paura, fratelli. Adesso chiederò mentalmente ai fratelli di Venere di riaccendersi e di darci il doppio della luminosità di prima! E ripetè:

ISHI ROCK, ISHI ROCK, ISHI ROCK!

E Venere apparve di nuovo ai nostri occhi, più grande e più luminosa di prima. «Caro nipote, penserai che questo racconto è solo una grande balla, eppure credimi…è tutto vero…e non solo lo fece con Venere, ma in un’altra occasione anche con una stella posta allo zenith e con un’altra che era bassa all’orizzonte. In quelle occasioni, chiarì che quelle stelle erano in realtà astronavi-città parcheggiate nel cielo, una si chiamava ALFA e OMEGA, l’altra MELIA UNMUN. La cosa curiosa è che dopo l’iniziazione da lui ricevuta, anch’io in altre occasioni feci la stessa cosa e con successo, lasciando a bocca aperta i miei compagni. Non so come egli ci riuscì, fatto è che la risposta non si fece attendere!» «Anch’io potrei farlo?» Ribattei con infantile entusiasmo. «Senz’altro… – rispose – le parole magiche te le ho date, puoi provare quando vorrai, come ogni lettore di questa storia, se ti rispondono vuol dire che hai radici nel Cosmo e che i fratelli ti riconoscono come un figlio delle stelle. Come un autoconvocato, allora anche lui dovrà recarsi in quella valle magica, vicino al Cerro Uritorco, nella provincia di Cordoba in Argentina, per essere riconosciuto totalmente!»

Il dottore partì per sempre

«Com’era solito fare, il nostro Dottore compì fino in fondo la sua missione. Creò fra il Cielo e la Terra un ponte di Luce e lui stesso fu il traghettatore ed il portiere, come lui amava definirsi. Continuò a portare avanti il suo mestiere di medico terapeuta, guarendo moltissime persone ed accompagnò pochi eletti a conoscere quell’altra realtà che cambiò le loro vite per sempre!» Il nonno continuò il suo racconto, così preso dall’emozione che mancò poco che si sciogliesse in lacrime. «Nell’ultimo viaggio che feci, quando era ancora in vita, ebbi modo di parlare a lungo col maestro. E fra le altre cose, mi confidò che quell’anno sarebbe partito per il paese senza ritorno!» «Io ovviamente non gli credetti, gli dissi che era ancora giovane e che avevamo ancora bisogno della sua saggezza. Lui mi ringraziò e disse solo che non è lui a decidere! Comunque, rientrai a Roma ed i mesi passarono. Era Aprile, ed il giorno 18 ricevetti una telefonata intercontinentale, era il mio amico Ramon che mi diede la triste notizia. Sbagliò il suo pronostico solo di qualche mese, il resto si era avverato completamente. Senza dubbio era un essere speciale. «Ma come morì?» Domandai incuriosito. «Morì come muoiono tutti i grandi uomini. Il destino armò la mano di un suo discepolo insoddisfatto che senza preamboli lo colpì a morte. Così si compì il destino di entrambi ed il nostro Dottore si trasmutò definitivamente in SARHUMA, Sacerdote della Luce e medico d’anime nella Città Dimensionale di ERKS!» «Nonno, è triste la fine di questa storia, perché uomini così finiscono in modo orribile?» «Vedi, figliolo, la verità non è apprezzata da tutti, allora intervengono forze contrastanti che si oppongono, spegnendo per sempre quella luce. Ma non sanno che così facendo danno forza e vigore alle idee ed ai pensieri della vittima “sacrificale” e da uomo comune lo trasformano in Eroe! Così un giorno quella valle, come lui sosteneva, si sarebbe trasformata nel Grande Tempio dell’Umanità per il Nuovo Tempo. E vedrai che così sarà! Perché già sono tantissimi coloro che visitano quel sito sacro ed addirittura alcuni vi rimangono per viverci definitivamente!» «Ed ora che succede laggiù?» «Molti di coloro che si recano in quel luogo di notte vedono delle strane luci sfilare sulle montagne e nella vallata, e restano affascinati dall’energia che emanano. Soprattutto ne vedono una più grande e più luminosa, che alcuni dicono essere lo Spirito di SARHUMA che benedice la sua gente!» «Nonno, anch’io un giorno andrò in quel posto…» «Sicuro, figliolo, è quello che voglio…» concluse il nonno con un ampio sorriso di soddisfazione.

Tratto da www.kuthumadierks.com
Alfredo Di Prinzio

Sarhuma di Erks